” Produzione in serie, elementarità di soluzioni.”
Il progetto prevedeva di fornire la stazione di Como Borghi di un deposito coperto e videosorvegliato per 90 biciclette. Complessivamente l’intera area esterna alla stazione appariva disordinatamente occupata da bici e motociclette. Inoltre non era stato risolto il vuoto presente dopo la rimozione dell’edicola esterna.
L’intervento si è posto l’obiettivo di riorganizzare la zona, nella quale la nuova velostazione svolge il ruolo di elemento ordinatore.
Nel piazzale liberato, la quercia circondata dalla nuova seduta circolare in cemento, l’affaccio esterno del bar, e l’edificio creano uno spazio esterno e un sistema d’uso completamente ripensato.
Il nuovo spazio è concepito come uno strumento semplice, economico, rigoroso, che alla ricchezza dei materiali preferisce la qualità delle prestazioni offerte, come l’attrezzatura di rimessaggio su due livelli, l’accesso diretto alla banchina della stazione, la ciclofficina e gli armadietti su disegno.
Una logica industriale che risponde con chiarezza ad un’esigenza sempre più diffusa e sempre più auspicabile. La facciata in elementi prefabbricati forati in lamiera porcellanata, la pavimentazione in asfalto dove la grafica emerge distintamente, l’uso del ferro zincato creano un oggetto a cavallo tra architettura e design dall’immagine sintetica facilmente riconoscibile e potenzialmente ripetibile.
La velostazione è stata realizzata, con contributo della Fondazione Cariplo e del Comune di Como ed in collaborazione con Ferrovie Nord e Poliedra Politecnico di Milano nell’ambito del progetto europeo BiTiBi (Bici-Treno-Bici).
Il progetto punta a promuovere l’uso integrato del treno e della bicicletta per gli spostamenti da casa alla stazione FN Como Borghi e per gli spostamenti dalla stazione al luogo di lavoro e di studio.
Cesare Cattaneo, Giovanni e Giuseppe: dialoghi di architettura, Libreria Artistica Salto, Milano, 1941, p.101.
2015
Comune di Como
Arch. Paolo Brambilla, Arch. Corrado Tagliabue
Ing. G.Michele Colombo
Arch. Martina Iapichino