“La varietà è il preludio alla monotonia, se vuoi evitarla ripeti il tuo elemento.”
Analizzare i problemi reali e trasformarli in opportunità è un metodo oltre che una necessità intellettuale. E’ questa l’ambizione che ha definito la vocazione di questo intervento.
Il progetto nasce per ricucire il territorio e controllarne la trasformazione subita durante la costruzione del nuovo tratto di Pedemontana, fatalmente invasivo per il paesaggio. La risposta poteva adagiarsi sulla soluzione più facile – ed economica – scegliendo le classiche barriere foniche e aggiungendo costruito a costruito. Al contrario, si è scelto di operare con l’elemento naturale: il terreno di scavo è stato riportato per creare un crescendo di balze verdi piantumate che, oltre a compensare l’aumento di anidride carbonica prodotta dal traffico veicolare, hanno tracciato un vero e proprio Argine Verde, diventando il nuovo orizzonte visivo, elevato rispetto alla pianura. Con questa operazione elementare la relazione preferenziale tra terra e cielo è stata riportata al suo equilibrio naturale, oscurando gli insediamenti industriali verso sud. Verso nord gli interventi sono stati più selettivi: si è scelto di operare con coni visivi garantendo la vista dei punti focali della pianura, come campanili o filari alberati, con piantumazioni mirate.
Complessivamente millecinquecento carpini sono stati messi a dimora, diventando parte di un nuovo paesaggio rigenerato e robustamente capace di fronteggiare le infrastrutture territoriali.
Luigi Snozzi, Progetti e architetture, 1957-1984, Milano, Electa 1996.
2015
Bregnano, CO
Arch. Paolo Brambilla, Arch. Elisabetta Orsoni, Eugenio Castiglioni
Arch. Martina Iapichino